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06-05-2023

Dislipidemie e prevenzione cardiovascolare secondaria tra Medicina Generale e Cardiologia Territoriale

Le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la prima causa di morte nel nostro paese (responsabili del 44% di tutti i decessi) e, in tutta Europa, sono responsabile di oltre 4 milioni di morti l’anno. Recentemente sono state pubblicate le linee guida 2019 della Societa Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea per l’Aterosclerosi (EAS) per la gestione delle dislipidemie, le quali indicano che per prevenire le malattie cardiovascolari, specialmente nei pazienti ad alto e altissimo rischio, i livelli di colesterolo LDL debbano essere ridotti il più possibile.

Le Linee Guida mirano a garantire che i farmaci disponibili per il trattamento di questi pazienti (statine, ezetimibe, inibitori del PCSK9) vengano utilizzati in maniera intensiva con l’obiettivo di abbassare il C-LDL al disotto di un livello target (indipendentemente dal livello basale) e con una riduzione relativa minima di almeno il 50%. Ciò nonostante, le osservazioni epidemiologiche emerse dai più recenti studi europei, mostrano che il target di LDL in questo setting di pazienti, è raggiunto solo nel 18% dei casi!

Dal programma nazionale esiti del 2020 (dati Agenas) si evince che la mortalità intraospedaliera dell’Infarto Miocardico Acuto (IMA) dal 2009 al 2016 si è ridotta dal 11,3% al 9,0%, mentre la mortalità ad un anno, nello stesso periodo, è rimasta invariata, con tendenza all’aumento nel 2020. Tra gli studi che hanno convalidato la teoria “the lower the better”, in riferimento ai livelli di C-LDL, c’è lo studio FOURIER che, condotto su una popolazione di oltre 27.000 pazienti in prevenzione secondaria, già in trattamento ipolipemizzante con statine, ha mostrato che l’aggiunta di evolocumab ha ridotto in maniera significativa il rischio composito di: morte CV, infarto del miocardio, ictus, ospedalizzazione per angina instabile o rivascolarizzazione coronarica.  

In questo contesto, il convegno si propone di intensificare il dialogo tra Medici di Medicina Generale e Cardiologia Territoriale facendo un serrato focus sulle ultime novità in termini di gestione clinica dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare, auspicando l’elaborazione di un percorso di trattamento e follow up che coinvolga i professionisti locali.

 

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